mercoledì 5 ottobre 2011

"Le polveri fanno male tutto l´anno servono regole, no a interventi spot"

«Per capire i danni del fumo ci sono voluti trent´anni, ma oggi è riconosciuto che le sigarette provochino il tumore polmonare. Gli studi sulle polveri sottili occupano ancora un tempo troppo breve per dire che vi siano delle correlazioni dirette con malattie come il cancro, ma non si può neanche escluderlo». Marina Camatini, docente di Biologia cellulare all´università Bicocca e responsabile di una recente ricerca sugli effetti del particolato sulla salute (progetto Tosca), non ha dubbi: «Si sta sottovalutando il problema. Negli Stati Uniti è già stato provato che le polveri sottili provocano gravi danni alla salute».
Che genere di danni?
«Rappresentano un fattore di rischio per l´insorgere di malattie respiratorie o per il riacutizzarsi delle patologie preesistenti. Il nostro organismo filtra gran parte delle polveri che entrano nelle vie respiratorie attraverso il muco, ma anche se ne penetra una bassissima frazione questa è dannosa».
La vostra ricerca ha dimostrato che il problema delle polveri non è solo invernale: il Pm10 è dannoso anche in estate, quando non si registrano picchi di sforamento come in questi giorni. Come mai?
«Il Pm10, che è un particolato grossolano, non penetra nelle cellule, ma scatena processi infiammatori come asma e allergia. Questo avviene più frequentemente in estate perché al particolato si sommano i batteri che proliferano in questa stagione calda e che colpiscono il sistema respiratorio. La ricerca infatti ha anche dimostrato che il numero dei ricoveri ospedalieri nei mesi estivi per patologie respiratorie è leggermente maggiore che in inverno».
E in inverno?
«Il problema si aggrava perché al Pm10 si aggiunge il Pm2,5, un particolato più fine che proviene principalmente dal riscaldamento. Il Pm2,5 penetra nelle cellule e ha una componente organica molto simile a quella del fumo di sigaretta. Quindi la situazione, nei mesi freddi, peggiora».
Domenica si rischia di andare tutti a piedi. È uno strumento efficace, secondo lei?
«Una giornata senza auto non serve granché. Piuttosto ci vorrebbe una politica seria, coordinata dai ministeri della Salute e dell´Ambiente. Si devono fissare delle regole che tengano conto delle specificità delle regioni - perché la Lombardia non è come la Sicilia - e che permettano di ridurre drasticamente l´inquinamento atmosferico. Purtroppo invece si procede solo con misure emergenziali e ci si preoccupa del problema solamente nei mesi invernali».
Si sta sottovalutando il problema?
«Direi di sì. Non si dice ancora abbastanza che le polveri sottili fanno male alla salute sempre, in inverno e in estate».

Nessun commento:

Posta un commento