
L’aria è elemento essenziale per la vita dell’uomo.La “mission” di questo blog è quello di soddisfare le esigenze di ricerca e di conoscenza delle tecnologie che possono permettere alle persone di respirare ogni giorno un’aria più pulita e sana, migliorando la qualità e la durata della loro vita.
giovedì 13 ottobre 2011
Ischemic and Thrombotic Effects of Dilute Diesel-Exhaust Inhalation in Men with Coronary Heart Disease

giovedì 6 ottobre 2011
IL FUMO TRA I RESPONSABILI DELL'ARTRITE
IL CAMPIONE - I pazienti che hanno partecipato alla ricerca, pubblicata sugli Annals of the Rheumatic Diseases, sono 1.200 già malati di artrite e quasi 900 che invece non presentano questa patologia, raccolti tra 19 diverse cliniche svedesi, di età compresa tra i 18 e i 70 anni. I duemila pazienti sono stati divisi in tre gruppi a seconda della loro abitudine alla sigaretta, e a ognuno è stato prelevato un campione di sangue per verificare la predisposizione genetica all’artrite reumatoide e, nel caso di chi già ne soffre, per verificare il grado di progressione della malattia.
I RISULTATI - Tra i fumatori più incalliti (oltre 20 sigarette al giorno, per oltre 20 anni continuativi) risultano più alti e diffusi i livelli della malattia, e in particolare la positività agli anticorpi ACPA (anti-peptidi citrullinati), ovvero quegli auto-anticorpi che chi soffre di artrite produce, aumentati di 2,5 volte rispetto a chi non fuma. Il rischio scende per chi ha smesso di fumare, ma rimane comunque alto anche per chi ha abbandonato la nicotina da molti anni. Più in generale, la ricerca rivela che il fumo contribuisce alla malattia nel 35 per cento dei casi totali, e in particolare la percentuale sale al 55 tra chi è geneticamente propenso a soffrirne.
ALTRI FATTORI - A causare l’artrite reumatoide, malattia degenerativa che danneggia le articolazioni e per cui non esistono cure risolutive ma solo terapie che ne rallentano l’insorgere, non c’è solo il fumo. Anche i fattori ambientali come l’inquinamento dell’aria contribuiscono a distruggere i tessuti delle articolazioni, così come i fattori genetici restano uno dei fattori di rischio più importanti.
Le prove epidemiologiche del legame tra bisfenolo e malattie metaboliche
Studi in modelli animali e in vitro dimostrano chiaramente i potenziali effetti nocivi del bisfenolo a (BPA), ma la domanda cruciale è: si possono estrapolare questi risultati alle malattie umane? Anche se è molto difficile rispondere a questa domanda, in realtà, non vi sono prove epidemiologiche che l’assorbimento passivo di EDC dall’ambiente sia collegato all’aumento allarmante del diabete e dell’obesità.
Vi sono anche prove di esposizione a inquinanti organici persistenti (POP). Così,il tessuto adiposo bianco rappresenta un serbatoio di inquinanti ambientali lipofili, specialmente quelli resistenti alla degradazione biologica e chimica, i cosiddetti POP. Alcuni di questi inquinanti organici persistenti, come diossine, furani, policlorobifenili (PCB) e pesticidi organoclorurati, sono stati fortemente associati con il diabete e la maggior parte dei componenti della sindrome metabolica in vari studi cross-sezionali. Tale associazione si basa in parte su numerosi studi epidemiologici sulla γ-glutamiltransferasi (γGT), la cui concentrazione nel siero può dipendere anche dalla quantità di coniugati del glutatione che si formano durante il metabolismo degli xenobiotici, Alcuni autori hanno proposto che l’associazione fra livelli di γGT nel siero conil diabete di tipo 2 rispecchia l’esposizione ai POP e che I POP interagiscono con l’obesità di tipo 2 per causare il diabete.
Per quanto riguarda la potenziale azione dannosa del BPA, un importante studio epidemiologico è stato recentemente pubblicato, in cui è stata dimostrata una relazione significativa tra la concentrazione di BPA nelle urine e diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e alterazioni degli enzimi epatici. A nostra conoscenza, questo è il prima studio che conferma gli effetti negativi del BPA sugli esseri umani, in particolare gli effetti sulla omeostasi drll’insulina e gli enzimi epatici riportati in precedenza in modelli animali.
CONCLUSIONI
I dati a nostra disposizione dimostrano che gli estrogeni ambientali, in particolare BPA, sono probabilmente coinvolti nella riacutizzazione e nell’accelerazione dello sviluppo del diabete tipo 2. Nell’uomo adulto, vi sono prove epidemiologiche che il BPA sia un importante fattore di rischio per il diabete di tipo 2. Inoltre vi sono correlazioni causali tra esposizione al BPA e insulino-resistenza, alterazioni nella biosintesi e secrezione di insulina nelle β-cellule adulte di topo maschio e decremento di adiponectina negli adipociti umani. L’insulino-resistenza e la diminuzione dei livelli di adiponectina sono entrambi importanti fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo del diabete di tipo 2, soprattutto nei soggetti con una predisposizione genetica all’insufficienza β-cellulare.
Riferimenti bibliografici
1: Alonso-Magdalena P, Ropero AB, Soriano S, Quesada I, Nadal A. Bisphenol-A: a
new diabetogenic factor? Hormones (Athens). 2010 Apr-Jun;9(2):118-26. Review.
PubMed PMID: 20687395.
Health impacts of indoor air pollution
Health impacts of indoor air pollution
Indoor cooking and heating with biomass fuels (agricultural residues, dung, straw, wood) or coal produces high levels of indoor smoke that contains a variety of health-damaging pollutants.
There is consistent evidence that exposure to indoor air pollution can lead to acute lower respiratory infections in children under five, and chronic obstructive pulmonary disease and lung cancer (where coal is used) in adults.
More information
- Pollution and exposure levels
- Health effects
- Burden of disease
- Information on cooking and heating practices
- Databases
mercoledì 5 ottobre 2011
Frequently Asked Questions on urban outdoor air pollution and health
Frequently Asked Questions on urban outdoor air pollution and health
Quantifying environmental health impacts
Preventing disease through healthy environments: Towards an estimate of the environmental burden of disease
How much disease could be prevented through better management of our environment? The environment influences our health in many ways — through exposures to physical, chemical and biological risk factors, and through related changes in our behaviour in response to those factors. To answer this question, the available scientific evidence was summarized and more than 100 experts were consulted for their estimates of how much environmental risk factors contribute to the disease burden of 85 diseases.
This report summarizes the results globally, by 14 regions worldwide, and separately for children. The evidence shows that environmental risk factors play a role in more than 80% of the diseases regularly reported by the World Health Organization. Globally, nearly one quarter of all deaths and of the total disease burden can be attributed to the environment. In children, however, environmental risk factors can account for slightly more than one-third of the disease burden. These findings have important policy implications, because the environmental risk factors that were studied largely can be modified by established, cost-effective interventions. The interventions promote equity by benefiting everyone in the society, while addressing the needs of those most at risk.
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NEW: Update of global statistics - Annex 2 tables
- Table A2.3
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Deaths attributable to environmental factors, by disease and mortality stratum, for WHO Regions in 2004. - Table A2.4
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Burden of disease (DALYs) attributable to environmental factors, by disease and mortality stratum, for WHO Regions in 2004.
- Table of contents, preface and executive summary
pdf, 531kb - 1. Introduction
pdf, 401kb - 2. What is the environment in the context of health?
pdf, 207kb - 3. What is meant by the "attributable fraction" of a risk factor?
pdf, 68kb - 4. Methods
pdf, 470kb - 5. Analysis of estimates of the environmental attributable fraction, by disease
pdf, 1.15Mb - 6. Global results of the analysis
pdf, 404kb - 7. Conclusions
pdf, 283kb - Annex 1: WHO Member States
pdf, 309kb - Annex 2: Global statistics produced by the analysis of the environmental disease burden (Tables A2.1, A2.2 and A.2.3)
pdf, 1.64Mb - Annex 2: Global statistics produced by the analysis of the environmental disease burden (Tables A2.4)
pdf, 753kb - References, acknowlegments, credits
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Publishing and ordering information
© World Health Organization 2006
ISBN 92 4 159382 2
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Press release
Radio interviews
- Radio interviews
by Dr Maria Neira, Director, Public Health and the Environment Department, WHO, Dr Annette Prüss-Üstün, Scientist, Public Health and the Environment Department, WHO and lead author of the report Dr Carlos Corvalan, Scientist, Public Health and the Environment Department, WHO and co-author of the report
Video message
- Health is the key in motivating to solve environmental problems
by Dr Maria Neira, Director, Public Health and Environment Department, WHO